Page 3 - Claudio Fasoli - Thoughts
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COLTRANE 2014
Interessarsi all’ultimo periodo di Coltrane e parlarne è
come per un botanico guardare le foglie di un albero
senza controllare le radici e il tronco. Cosa troviamo
infatti nelle sue registrazioni degli ultimi anni?
Troviamo materia ribollente, drammatica se non tragica
nella sua espressività, soprattutto lacerante, con rare
isole di rarefazione. Il discorso è convulso e si sviluppa
per moduli improvvisativi sui quali Coltrane si sofferma
indagando e scavando, creando quindi episodi quasi
autonomi che poi sfoceranno in orizzonti ulteriori.
Questo atteggiamento programmatico e improvvisativo
è possibile in quanto legato allo sganciamento definitivo
da strutture di qualsiasi tipo, come se Coltrane volesse
portare a compimento, abiurando l’impiego di temi più
o meno armonizzati, la esigenza di esprimersi in
assoluta libertà senza nessuna password tematica
riconoscibile e/o cantabile.
Da questo punto di vista “Love Supreme” sarebbe
quindi datato: però esso si colloca saldamente nel
corpus discografico del quartetto storico e ne resta
esemplare, simbolico e straordinario reperto. Ma in
realtà questo era ciò cui ci aveva già abituati questo
quartetto in tutte le precedenti (e future) registrazioni.