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NEXT di Claudio Fasoli
Miglior Disco dell'Anno / Top Jazz 2021
Il
numero
di
gennaio
della
storica
rivista
Musica
Jazz
pubblica
le
classifiche
dei
migliori
dischi,
musicisti,
formazioni,
talenti.
NEXT
(Abeat
records)
di
Claudio
Fasoli
(sax),
con
Tito
Mangialajo
Rantzer
(contrabbasso),
Simone
Massaron
(chitarre
elettriche)
e
Stefano
Grasso
(percussioni)
è
stato
premiato
come
miglior disco del 2021.
Claudio
Fasoli
è
al
secondo
posto
anche
come
Miglior
Musicista
(sezione
che
aveva
vinto
nel
2018)
subito
dopo l'amico Enrico Rava.
Il
musicista
e
sassofonista
milanese
(ma
veneziano
di
nascita)
ha
dichiarato:
“Sono
molto
contento
che
Next
abbia
convinto
i
critici
musicali,
è
un
progetto
in
cui
l’elettronica
ha
ampio
spazio
sul
piano
evocativo
e
anche ritmico.
Massa
sonora,
nuvole
rumoristiche
ed
elettroniche
si
sovrappongono
e
amalgamano
al
rigore
compositivo,
fatto
di
melodia,
armonia
e
propulsione
ritmica
ma
anche di pause, intervalli, armonie dilatate.
La
chitarra
elettrica
di
Simone
Massaron
caratterizza
il
proprio
linguaggio
mediante
un
impegno
timbrico
ampio
e
vario,
imprevedibile,
sviluppando
un
discorso
musicale
caratterizzato
da
ondate
sonore
ricche
di
enfasi
e
di
pregnanza
espressiva;
il
supporto
acustico
del
contrabbasso
di
Tito
Mangialajo
Rantzer
apporta
invece
una
saggezza
tellurica,
definita
e
sapiente,
con
un
suono
materico
e
una
solidità
dal
ricco
bagaglio
linguistico;
Stefano
Grasso,
alla
batteria,
crea
connessioni
percussive
razionali,
ma
anche
nervose
e
dialettiche
arricchendo
il
panorama
sonoro
del
quartetto
con
efficacia
ritmica
e scelta timbrica, intessendo un tappeto magico e stimolante.
Su
questi
orizzonti
il
mio
saxofono
completa
il
gruppo
creando
situazioni
e
soluzioni sonore di impatto emotivo”.
Una
sperimentazione
continua,
una
ricerca
incessante,
una
creatività
fervida
segnano
la
musica
di
Claudio
Fasoli
e
lo
situano
ai
vertici
del
jazz
internazionale e della musica di ricerca.
Una
conferma
di
ciò
che
scrivono
Philippe
Carles,
André
Clergeat
e
Jean-
Louis
Comolli
nel
Dizionario
del
Jazz:
“Fasoli
è
uno
dei
più
lungimiranti
e
perspicaci
compositori
in
circolazione,
oltre
che
solista
dallo
stile
personalissimo
e
riconoscibile”.
Anche
con
questo
gruppo
queste
caratteristiche
si
manifestano
e
si
percepiscono:
sensibilità,
racconti,
creatività, immaginazione, invenzioni. Un campo magnetico di emozioni.
Soddisfazione
anche
dalla
Abeat
Records
di
Mario
Caccia,
prestigiosa
etichetta, instancabile nell’opera di valorizzazione del jazz italiano.
Claudio Fasoli Quartet, Next, Abeat 2021
Le
ultime
incisioni
di
uno
dei
grandi
decani
del
jazz
italiano,
Claudio
Fasoli,
sono,
a
mio
avviso,
tra
le
più
belle
della
sua
lunga
carriera,
inanellate
di
segni
fondamentali
il
cui
percorso
è
quello
di
un
artista
che
ha
sempre
cercato
l’innovazione,
travalicando
i
limiti
del
blue
sound
attraverso
visioni
tecniche
ed
un’espressività
che,
se
laboriosa
ad
esser
intesa,
ha
presentato
importanti
elaborazioni
appartenenti
ai
più
diversi
climi
del
Jazz moderno.
Le
esperienze
free
e
jazz
rock
di
Next,
sua
ultima
incisione,
sono
una
delle
tante
tessere
che
compongono
l’eclettico
mosaico
della
sua
personalità,
una
performance
intelligentemente
variata
che
visita
10
composizioni
originali
del
maestro,
inseguendo
figurazioni
originali
(complesse
direbbe
qualcuno,
oniriche
e
mai
scontate
direi
io)
con
la
fantasia
di
un
tono
strumentale
che
liricamente
increspa
la
propria
voce
sassofonistica,
particolarmente
aperta
linguisticamente,
e
mette
una
volte
per
tutte
da
parte
le
inutili
questioni
sulla
mancanza
di
comunicativa
da
parte
delle
cosiddette
asperità
sonore,
segnale
di
anticonvenzionalismo
e
di
una
timbro
che
da
decenni
si
distingue
per
energia
e
–
mi
verrebbe
da
dire
–
filosofia
jazzistica,
come
nella
psichedelica
intro di Russell Square.
Ad
accompagnare
Fasoli
in
questa
performance
un
trio
attento
che
segue
con
dedizione
le
idee
del
sassofonista,
menzionando
in
particolare
la
ricchezza
armonica
e
l’ispirata
costruttività
del
chitarrista
Simone
Massaron
nelle
belle
uscite
melodiche
dell’acida
99
Ryerson
St.,
nel
bruno
misterioso
e
distopico
di
Estatisk,
nel
calore
glaciale
di
Ali,
ove
la
spiegazione
dell’intento
estetico
è
chiaro:
dire
chiaramente
come
l’incontro
con
le
diverse
sintassi
sia
ricchezza
così
come
è
ricchezza
dar
corpo
elastico
a
nuovi
percorsi,
logos
fondamentale del suo modo d’intendere il jazz.
Fabrizio Ciccarelli